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Lectio magistralis 2016

Lunedì 4 aprile è prevista la consueta Lectio Magistralis del Centro Studi dal titolo Si può definire la bellezza?

A questa si affiancherà il seminario di studio in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler- Centro per le Scienze Religiose dal titolo L’estetica di Hegel. Ipotesi di lettura. Il seminario avrà luogo martedì 5 aprile 2016 dalle ore 15.00 alle ore 18.30 presso Aula Piccola, Fondazione Bruno Kessler, via Santa Croce 77, Trento.

Entrambe le iniziative avranno come protagonista il professor Bruno Haas dell’Università di Dresda.

Sul senso da attribuire a concetti come la bellezza, l’uguaglianza, la giustizia e la verità la filosofia fin da sempre si è affaticata, cercando di trovarne una  possibile definizione. Naturalmente, de-finire un concetto implica il circoscriverlo, il racchiuderlo entro dei confini. E se le idee, relativamente a ciò che, nella loro essenza, producono, possono essere riconosciute dalla psiche umana, nondimeno una tale conoscenza non è presente e disponibile sic et simpliciter, non si sviluppa cioè da un osservare o da un esperire immediati, ma perviene alla psiche attraverso un processo di apprendimento graduale, ovvero attraverso un cammino di formazione e intuizione.

In un mondo in cui la bellezza, intesa come improvviso baluginare davanti agli occhi di qualcosa la cui fruizione intellettuale riempie l’animo di ammirazione, appare sempre più vilipesa, maltrattata e offesa dall’imperante dominio della bruttezza e della turpitudine, sembra dunque quanto mai opportuno chiedersi ancora se e come si possa dare, di essa, una qualche definizione. Non per assecondare l’illusione vana, cantata da Goethe nel Faust, di arrestare l’attimo, il colpo d’occhio in cui il bello si dà a vedere, ma per cercare di individuare cammini per rendere quel bello un po’ più fruibile.
Non a caso, del resto, «godere», traduzione veracemente autentica del latino frui, «fruire», è stata, come si tramanda, l’ultima parola (insieme con «tacere» e «adorare») pronunciata da Antonio Rosmini sul letto di morte.
Antonio Rosmini fu allevato fin da bambino al culto della bellezza, soprattutto per merito dello zio Ambrogio, pittore e architetto di rilevo del Settecento roveretano. In Rovereto e in Casa Rosmini si conservano testimonianze egregie della attività artistica di Ambrogio Rosmini. Egli dunque introdusse il giovane nipote alla conoscenza della storia dell’arte e ne educò il gusto estetico. Antonio Rosmini inoltre fu inizialmente influenzato dai dialoghi platonici dedicati alla bellezza e all’amore, coniugando anch’egli, in alcune sue prime prove giovanili, queste due dimensioni. La frequentazione, poi, dell’abate Antonio Cesari, voce tra le più alte del classicismo letterario italiano del tempo, ne completò la formazione estetica anche nel
campo della letteratura italiana. La maturità fu infine raggiunta da Rosmini a Milano e, segnatamente, nel sodalizio, che durò tutta la vita, con Alessandro Manzoni, il grande poeta del Romanticismo cristiano italiano, lo scrittore che diede all’Italia, che si stava unificando, il suo libro nazionale, I Promessi Sposi.
Ebbene Rosmini trovò gradualmente nell’arte di Manzoni il suo modello estetico e, simmetricamente, Manzoni trovò gradualmente nella filosofia di Rosmini il suo modello teoretico.
In questo dittico si riassume il maggiore contributo italiano alla cultura europea dell’Ottocento.Riallacciandosi dunque a questi significativi aspetti della vicenda rosminiana, il Centro di Studi e Ricerche “Antonio Rosmini” ha pensato di mantenere viva l’attenzione per quella che Rosmini chiamò “callologia”, cioè studio della bellezza, invitando il prof. Bruno Haas dell’Università di Dresda a tenere il giorno 4 aprile 2016 presso la Sala degli Specchi di Casa Rosmini a Rovereto, alle ore 17.30, la Lectio magistralis sul tema: Si può definire la bellezza?
La Lectio è uno dei momenti più significativi della attività del Centro studi “Antonio Rosmini”:  con essa si vuole offrire alla Città di Rovereto un’occasione culturale di alto rilievo scientifico, nella memoria del grande filosofo Roveretano e affrontando temi che a lui furono cari e che si rivelano vivi e attuali nel dibattito intellettuale contemporaneo.
Bruno Haas, studioso della filosofia classica tedesca (tra gli altri, di Humboldt, Kant, Hegel, Fichte e Schelling), esperto conoscitore della cultura italiana e della storia della critica d’arte, tratteggerà, nella sua Lectio, alcuni percorsi conoscitivi, tra etica ed estetica, sulla bellezza, con particolare riferimento al dialogo platonico Ippia minore.
Partendo poi dalla nozione hegeliana secondo la quale l’arte ha compito di rendere manifesta l’idea in forma sensibile per l’intuizione immediata, il prof. Haas guiderà il giorno successivo, martedì 5 aprile, presso l’Aula Piccola della Fondazione Bruno Kessler di Trento, un seminario di alta formazione dedicato all’approfondimento di alcune ipotesi di lettura delle «Lezioni di estetica» di Hegel.

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